Una riforma fiscale per non retrocedere

di Michela Ris - Municipale PLR di Ascona e granconsigliera PLR 

Nell’ambito del nuovo contesto fiscale scaturito dall’approvazione a livello federale della RFFA tutti i Cantoni hanno deciso o annunciato una diminuzione dell’onere fiscale applicato all’utile delle imprese con conseguente aumento della concorrenza fiscale intercantonale. Per rimanere competitivo anche il Ticino deve quindi, per forza, ridurre i propri tassi impositivi nel più breve tempo possibile. La posta in gioco è molto alta: il rischio concreto in caso di “immobilismo fiscale” è quello di doversi confrontare con un vero e proprio esodo di aziende e persone fisiche, con conseguenze molto negative sul piano occupazionale e di gettito d’imposta per il Cantone.

Ma qualcuno - c’era da aspettarselo - al semplice fatto di citare una “riforma fiscale” ha immediatamente gridato al consueto “regalo ai ricchi”. Un argomento rispolverato ogni qualvolta si cerca di ridurre la pressione fiscale. La riforma non vuole assolutamente essere un regalo ma un passo necessario e fondamentale per avvicinare l’onere fiscale ticinese per le aziende alla futura media intercantonale. Questo sarà ottenuto mediante la riduzione in due fasi dell’aliquota cantonale dell’imposta sull’utile delle persone giuridiche (dal 9% al 8% nel periodo 2020-2024) e in seguito al 5.5% (dal 2025). Questo é l’unico modo per evitare di ritrovarci in fondo alla classifica dei Cantoni per concorrenzialità nei confronti delle aziende.

Tra gli obiettivi da non sottovalutare della riforma - considerata il “minimo indispensabile” da gran parte delle aziende ticinesi - quello di lasciare più soldi nelle tasche di chi investe e crea posti di lavoro. Per garantire un equilibrio di fondo al progetto, il governo ha proposto un alleggerimento fiscale anche a favore anche delle persone fisiche, che si concretizzerà con la diminuzione del coefficiente d’imposta cantonale: al 98% dal 2020 (o 97% secondo la proposta della gestione) e al 96% dal 2025 o addirittura dal 2024 sempre secondo la gestione. Quindi a beneficiare della riforma non sarebbero soltanto le imprese ma anche i singoli cittadini e in particolare il ceto medio, che negli ultimi anni ha sopportato il peso maggiore a livello fiscale in Ticino. Infine un aspetto interessante da sottolineare è il seguente: in diversi cantoni dove misure simili sono state adottate non c’è stato un effetto negativo sul gettito, anzi, c’è stata una crescita dettata dalla maggiore attrattività del territorio per le aziende.